RIDE FOR LIFE 2013 - Esperienza indimenticabile

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Cari amici, sono appena tornato dal mio ultimo evento, svoltosi al Circuito Internazionale di South Milano a Ottobiano (PV). Protagonista è stata l'umanità degli sportivi! Ride for Life con Marina Romoli, la ragazza marchigiana costretta a vivere dal 2010 in sedia a rotelle.
Marina è l'esempio della forza, della grinta e della semplicità. Non si è arresa, non si arrende e adesso che l'ho conosciuta meglio, non si arrenderà mai. Ebbene, la Marina Romoli Onlus insieme con Riders4Riders (settore motociclismo) si sono unite per Ride for Life, appunto. Per dare un aiuto alla ricerca, una ricerca che serve ad aiutare e curare i ragazzi vittime di incidenti. In bici si sono mobilitati in tanti, da Marco Melandri ad Andrea Dovizioso, da Chiara Fontanesi ad Alex Salvini, solo per fare qualche nome del motociclismo mondiale. E i ciclisti? C’erano ed erano ben 41 i professionisti in gara. Da Pippo Pozzato (attentissimo a Ride for life e vincitore di una Sanremo), a Luca Paolini (una tappa al Giro e alcuni giorni in rosa), a Michele Scarponi (conquistatore di un Giro d’Italia), a Marco Aurelio Fontana (bronzo olimpico a Londra nella MTB), a Manuel Belletti, Sonny Colbrelli, Alan Marangoni, Elia Viviani, Fabio Aru, Valerio Agnoli, e tantissimi altri. C'era anche uno dei migliori downhillers italiani, se non il migliore, Alan Beggin. Abbiamo dimenticato qualcuno? Si, uno dei migliori ciclisti al mondo se non il migliore in assoluto: Vincenzo Nibali. L'uomo dell'Astana si è distinto tra i presenti, anche per le sue qualità di guida sui go-kart. Due giorni di gare, di ogni genere, Motocross, Freestyle, Ciclismo, Duathlon, PitBike. Non ci siamo fatti mancare niente. Nemmeno le telecamere di Mediaset, che su Italia 2 ha fatto un bellissimo servizio sull'evento. Un grazie ad Alessandra De Stefano: da sempre al fianco di Marina, ha trascorso con noi questi due bellissimi giorni, lasciando trasparire la sua grande amicizia verso di lei e verso il ciclismo. Grazie a lei e alla sua troupe di RaiSport per i servizi. Presente anche Davide Cassani, protagonista nel duathlon. Ultimi ringraziamenti per i piloti, per i ciclisti, per il meraviglioso pubblico, per i proprietari del circuito di Ottobiano, davvero gentili e sensibili e per Giulia De Maio, giornalista, amica di Marina, del ciclismo e di Ride for Life. Semplicemente, nessuna manifestazione mi aveva arricchito tanto.

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Comunicato Stampa ufficiale
Spettacolo a 360° nella quarta edizione di Ride for Life, la manifestazione organizzata a scopo benefico con i campioni del ciclismo e quelli del motociclismo che si sono messi a confronto in sella a moto, bici, pitbike e kart. La parte motoristica dedicata al motocross per quanto riguardo la categoria fuoristradisti ha registrato la vittoria di Davide Guarneri (TM) che l’ha spuntata con buon margine su Alex Lupino (Kawasaki) e sul neo iridato enduro Alex Salvini (Honda), mentre per quanto riguarda i velocisti Edgardo Borella (Yamaha) si è lasciato alle spalle il campione Supermoto Ivan Lazzarini (Honda) e Elia Sammartin (KTM); 8° l'ufficiale Ducati Andrea Dovizioso che ha accusato la sua scarsa pratica sui terreni sabbiosi. Divertentissima la gara in sella alle pitbike, che dopo una serie di manche selettive ha portato alla contesissima finale dove Lupino si è guadagnato a denti stretti la vittoria davanti a Ivo Monticelli e Gianluca Facchetti, mentre la gara al volante dei kart ha registrato l’affermazione della squadra formata da Marco Melandri, Filippo Pozzato, Alex Lupino e dal vincitore del Giro d’Italia Vincenzo Nibali. Un parterre de rois anche quelle radunato dalla Marina Romoli Onlus con tutti i migliori ciclisti italiani. Ad avere la meglio nella kermesse dedicata esclusivamente a loro e ai vincitori delle prove amatoriali del giorno precedente l'ha spuntata allo sprint Michele Scarponi sul bronzo olimpico XC Marco Aurelio Fontana e Valerio Agnoli. Esilarante e allo stesso momento davvero emozionante il 1° Trofeo Andrea Antonelli, la sfida a coppie ciclista-motociclista in bici da strada dedicata allo sfortunato pilota l'anno scorso tra i protagonisti di Ride for Life, che a luglio al GP di Mosca ha perso la vita a causa di un incidente in gara. Dopo aver ricordato Andrea insieme alla sua famiglia è scoppiata la bagarre. Ad avere la meglio il "Gerva" Luca Paolini, tra gli stakanovisti dell'edizione 2013 di Ride For Life, insieme ad Alex Salvini. Sul secondo gradino del podio sono saliti Fontana e Melandri, al terzo posto ha chiuso la coppia degli amici composta da Pozzato e Guarneri. Appuntamento a Ride for Life 2014!



La storia di Marina

C'era la luce. C'era la strada. C'era la bici. C'era Matteo a riempire il cuore e rendere dolce la pedalata. C'era un bel po' del mondo di Marina quella mattina su quella statale. C'era un allenamento da compiere per far bene in corsa. Perché correre in bici è come correre dietro a un sogno. Vincere, diventare una campionessa. Cullava quel sogno da sempre e a 21 anni aveva tutto per continuare a inseguirlo. Aveva tutto e poteva tutto. Finché non è arrivata quell'auto e la sua manovra assassina. Lo schianto. Il buio. Dal tutto al niente, in pochi secondi.
Marina Romoli si risveglia in un ospedale con il viso massacrato e una paralisi agli arti inferiori. É sopravvissuta all'incidente, ma la diagnosi medica è impietosa, impossibile da accettare… Come fa una ragazza di 21 anni ad affrontare tutto questo? A convivere con il calvario? Come fa una giovane temprata dallo sport più faticoso che esista a sopportare di stare seduta su una sedia a rotelle? Fa come Marina Romoli.
L'angoscia e la rabbia restano, ma si anestetizzano. Il futuro non si vede, ma lo si immagina. Marina giorno dopo giorno rimette in moto se stessa. E si inventa una nuova vita. Che non è più quella di prima. Forse non potrà neanche più esserlo. Ma è comunque una vita che merita di essere vissuta e nella quale i principi per ottenere il risultato restano quelli di un tempo. Sacrifici e fatica. Per arrivare. Per tagliare il traguardo. Traguardo che non è più la striscia bianca che attraversa la strada, ma diventa tornare a camminare. Un obiettivo da conquistare, da espugnare, ora dopo ora, giorno dopo giorno. "Di notte sogno un traguardo, di giorno faccio di tutto per raggiungerlo", confessa Marina con quell'innocenza che mai niente e nessuno riuscirà a toglierle dal viso. Manca la bici, certo, manca eccome, ma la corsa è la corsa. Non si molla.
Non si fiata. Non ci si arrende. E la corsa di Marina diventa una quotidiana conquista. Dove c'è l'esercizio doloroso da completare al meglio, c'è il passo in più, c'è il movimento inaspettato che apre il cuore e la mente. La chiamiamo riabilitazione, in realtà è un lento, progressivo tornare alla vita. E con la vita si recupera anche la voglia di pensare, di creare, di fantasticare, di inventare, di fare programmi. Soprattutto, di combattere.
Marina capisce che nella sua seconda vita può fare qualcosa di importante. Può trasmettere qualcosa di unico. La sua disavventura, la sua esperienza può trasformarsi in qualcosa dal quale ripartire per dare una speranza. Quella speranza che oggi si chiama "Associazione Marina Romoli". É una ONLUS nata da Marina con Marina. "Io so che prima o poi tornerò a camminare – afferma decisa Marina – E desidero che tutti quelli che hanno vissuto drammi come il mio la pensino così. Ce la farò, ce la faremo. La medicina, al riguardo, corre per noi. Ogni giorno fa una scoperta, fa un passo avanti nell'individuare soluzioni. Ma per progredire sempre di più la medicina ha bisogno della ricerca. La ricerca può ridarci quello che il destino ci ha tolto". L'associazione Marina Romoli intende andare proprio in questa direzione. Dal 2010 nello specifico si rivolge a tutti gli under 30 che, praticando ciclismo agonistico (tesserati FCI), siano stati vittime di gravi incidenti stradali. Per dare loro due generi di aiuto: uno immediato e tangibile, l'altro in proiezione. Il primo è economico e serve per affrontare le cure e la riabilitazione che costano, costano tanto. Il secondo è per sostenere la ricerca indirizzata all'individuazione di terapie in grado di curare le lesioni al midollo spinale.